Il filone che si oppone alla moralità borghese della facciata solare della libertà del comportamento sessuale è un ulteriore grossolano esemplare in questo film dove le più eccessive dichiarazioni di onestà di una famiglia nascondono intrighi e dissolutezze. Padre, madre e figlio sono tutti impigliati. L'unica figlia, Anna, sembra essere fuori. “Ha studiato e conservato vergine” è la raccomandazione che il padre, tartufato indurito, le ripete. Ma quando scopre il padre con la sua segretaria, inizia per lei, più che un dramma, una confusa ricerca morbosa. Avvicinamenti, sprechi, fughe, esperienze avventurose finché, quasi rompendola con una situazione equivoca, chiede a una compagna occasionale di privarla della sua verginità, come un fardello ingombrante. Poi superbamente rifiuta il matrimonio con un giovane amico, che il padre vorrebbe imporre "il buon nome della famiglia" e fugge con il padre dell'amico, verso un domani libero.